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La linea d’ombra - Joseph Conrad



Ci si chiude alle spalle il piccolo cancello della fanciullezza e si entra in un giardino incantato dove anche le ombre splendono di promesse e ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione. Non perché sia una terra inesplorata. Si sa bene che tutta l'umanità è passata per quella stessa strada. È il fascino dell'esperienza universale da cui ci si aspetta una sensazione non comune o personale: un pezzetto di se stessi.
Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto si va avanti eccitati e divertiti accogliendo insieme la buona e la cattiva sorte - le rose e le spine come si suol dire - il variegato destino comune che ha in serbo tante possibilità per chi le merita o forse per chi ha fortuna. Già. Si va avanti. E il tempo anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro. Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali momenti? Momenti di noia ecco di stanchezza di insoddisfazione. Momenti precipitosi. Parlo di quei momenti in cui chi è ancora giovane è portato a compiere atti avventati come sposarsi all'improvviso o abbandonare un lavoro senza motivo alcuno.

Spesso l'occasione tanto agognata che ci si presenta in modo fortuito nella vita è piena di insidie e difficoltà, come accade al protagonista del romanzo di Conrad, che assume finalmente il suo primo comando della nave Orient. Durante la rotta tra Bangkok e Singapore l'imbarcazione si imbatte in una tremenda bonaccia. La situazione peggiora con la comparsa di un morbo che colpisce l’equipaggio e con la scoperta che a bordo manca la scorta dei medicinali. Alla fine la nave arriva al porto grazie al coraggio del giovane comandante, ma questa esperienza segnerà profondamente il protagonista e lo porterà alla maturità.

Mi sembra che tutta la mia vita prima di quel giorno fatidico sia infinitamente remota il ricordo evanescente di una giovinezza spensierata qualcosa dall'altra parte di un'ombra.

La linea d’ombra, Joseph Conrad

Sonetto sul massacro dei cristiani in Bulgaria - Oscar Wilde


Cristo, vivi davvero? o sono ancor le tue ossa
Irrigidite nel sepolcro scavato dentro la roccia,
E fu la tua resurrezione soltanto sognata
Da colei che l’amore di te da ogni colpa redense?
Poiché qui l’aria orridamente risuona di gemiti umani,
I sacerdoti che invocano il tuo nome vengono uccisi.
Non odi l’amaro straziato lamento
Di coloro i cui figli giacciono sopra le pietre?
Scendi, Figlio di Dio! una tenebra impura
Copre la terra e nella notte senza lume di stelle
Sopra la tua Croce campeggiare la Mezzaluna io vedo.
Se in verità tu squarciasti la tomba,
Scendi, Figlio dell’Uomo, e la tua potenza dimostra,
Perché Maometto non cinga la corona in tua vece.

La poesia si riferisce al massacro di Batak nel 1876 di forse 5.000 uomini, donne e bambini da parte delle truppe musulmane durante la cosiddetta rivolta d'aprile contro l'Impero Ottomano.

CHRIST, dost thou live indeed? or are thy bones
Still straightened in their rock-hewn sepulchre?
And was thy Rising only dreamed by Her
Whose love of thee for all her sin atones?
For here the air is horrid with men’s groans,
The priests who call upon thy name are slain,
Dost thou not hear the bitter wail of pain
From those whose children lie upon the stones?
Come down, O Son of God! incestuous gloom
Curtains the land, and through the starless night
Over thy Cross the Crescent moon I see!
If thou in very truth didst burst the tomb
Come down, O Son of Man! and show thy might,
Lest Mahomet be crowned instead of Thee!

Poems (1881), Oscar Wilde

Ragazze di Creta



Ragazze Di Creta a tempo
danzavano lievi sui piedi
attorno all'ara adorna
calpestando dolcemente
la morbida erba fiorita.

Poesie, Saffo


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