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Direzione generale della Traduzione


Il Programma di Traduzione per le Istituzioni dell'Unione Europea Direzione generale della Traduzione (DGT) è il servizio di traduzione interno delle istituzioni dell'UE, che si occupa della traduzione di documenti ufficiali dall'UE in tutte le lingue ufficiali dell'UE e viceversa. Il DGT impiega un vasto numero di traduttori professionisti e fornisce servizi di traduzione per il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Unione europea, la Commissione europea e altri organi dell'UE. Il lavoro del DGT è fondamentale per garantire la comunicazione efficace e la comprensione tra le diverse lingue e culture dell'UE, nonché per garantire che le decisioni e le politiche dell'UE siano accessibili a tutti i cittadini dell'UE.
Il DGT utilizza una serie di criteri di valutazione per garantire la qualità delle sue traduzioni. Questi criteri includono:
  • Precisione: la traduzione deve essere accurata e rispecchiare il contenuto del testo originale.

  • Coerenza: la traduzione deve essere coerente in termini di terminologia, stile e tono.

  • Completezza: la traduzione deve coprire l'intero contenuto del testo originale.

  • Chiarezza: la traduzione deve essere chiara e facilmente comprensibile per il pubblico di destinazione.

  • Stile: la traduzione deve rispettare il tono e lo stile del testo originale.

  • Conformità alle convenzioni: la traduzione deve seguire le convenzioni linguistiche e tecniche stabiliti dall'UE per garantire la coerenza tra le diverse lingue.

Il DGT utilizza anche un sistema di controllo di qualità basato sulla revisione e sulla correzione di bozze di traduzione da parte di altri traduttori professionisti e sulla verifica incrociata con la versione originale del testo.

George Steiner


George Steiner (1929-2020) è stato un critico letterario, scrittore e professore universitario di origine francese, ma di lingua inglese. È stato una figura di spicco nel campo degli studi sulla traduzione, della filosofia del linguaggio e della letteratura comparata.

Steiner ha scritto numerosi libri sulla letteratura, sulla cultura e sulla lingua, tra cui "Dopo Babele" (1975) e "La lezione dei maestri " (2002), che esplorano la natura della traduzione e il suo ruolo nella creazione della cultura. È stato anche un critico acuto della modernità e della sua influenza sulla cultura e sulla lingua.

Tra i suoi contributi più importanti alla teoria della traduzione c'è la sua idea dell'intraducibilità, secondo cui alcune parole, concetti o forme di espressione sono intraducibili da una lingua all'altra, a causa delle differenze culturali, storiche e linguistiche tra le lingue. Questa idea ha influenzato molti studiosi della traduzione successivi, e ha portato a una riflessione più critica sulla possibilità di ottenere una perfetta equivalenza tra le lingue nella traduzione.

Steiner ha anche sostenuto che il traduttore è un creatore di testi a sé stante, e non semplicemente un intermediario tra due lingue. Inoltre, ha proposto che la traduzione non è solo una pratica tecnica, ma anche un'esperienza estetica e culturale, in cui la lingua, la cultura e la storia si fondono insieme.

La traduzione è l'arte di perdere sé stessi nella lingua dell'altro e trovare se stessi nuovamente - così diverso dall'omologazione, che è la violenza di imposizione dell'io sull'altro.

"George Steiner: la traduzione come ponte fra culture", intervista pubblicata su "Il Giornale" il 29 giugno 2002

Problema della traducibilità e dell'equivalenza di significato


Il problema della traducibilità e dell'equivalenza di significato, discusso da Jakobson nel suo saggio del 1959 "Sulla teoria della traduzione", è stato centrale per gli studi sulla traduzione per molti decenni successivi. In particolare, Jakobson ha sollevato la questione di come sia possibile tradurre un testo da una lingua all'altra, preservando allo stesso tempo il significato e l'effetto comunicativo del testo originale.

Jakobson ha sostenuto che la traduzione non può essere considerata un'attività meccanica di sostituzione di parole o frasi da una lingua all'altra, poiché le parole e le frasi non hanno un significato univoco e trasferibile da una lingua all'altra. Invece, ha proposto che la traduzione debba essere considerata come un'attività di mediazione tra due sistemi linguistici e culturali diversi, in cui il traduttore deve cercare di riprodurre il significato del testo originale nella lingua di destinazione, tenendo conto del contesto culturale, sociale e storico in cui il testo è stato prodotto.

Jakobson ha anche sottolineato la necessità di distinguere tra due tipi di equivalenza nella traduzione: l'equivalenza semantica, che si riferisce alla corrispondenza di significato tra le parole e le frasi della lingua di origine e della lingua di destinazione, e l'equivalenza pragmatica, che si riferisce alla corrispondenza tra il contesto culturale e situazionale del testo originale e della traduzione.

Il problema della traducibilità e dell'equivalenza di significato sollevato da Jakobson ha avuto un impatto significativo sulla teoria e sulla pratica della traduzione, portando alla creazione di nuove metodologie di traduzione, alla revisione delle strategie di traduzione e alla riflessione critica sul ruolo del traduttore come mediatore culturale e linguistico.
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