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PER CONTRIBUIRE

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ORDINANZA SULLE LANTERNE - storie su Hitar Petar


Ai tempi della dominazione turca, dopo il tramonto, i bulgari dovevano andare per le strade con una lanterna.
A tarda notte, due guardiani notturni incontrarono Hitar Petra, lo fermarono e gli chiesero:
- Petar, conosci l'ordinanza?
- La conosco!
- Dov'è la tua lanterna?
- Eccola!
Peter mostrò una lanterna affumicata e rotta. Le guardie esaminarono la lanterna.
- Non c'è lo stoppino! - notarono.
- L'ordinanza non lo dice, ma se è necessario - lo metterò! - convenne Peter, sorrise e se ne andò.
Dopo alcune notti durante le ore buie, le guardie incontrarono di nuovo Petar.
- Tu, vecchia volpe, di nuovo sei senza lanterna! - lo ripresero.
- Vi adirate inutilmente! - cercò di calmarli Petаr. - Eccola! - E mostrò loro la stessa lanterna.
- Dov'è lo stoppino?
- È li dentro! - rispose Petar e aprì la lanterna.
- Ma perché non è acceso?
- Perché l'ordinanza non dice che deve essere acceso!
Le guardie scossero la testa e se ne andarono.
(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova


© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

PAGHI TU - storie su Hitar Petar


Hitar Peter arrivò con un suo amico all'imbrunire in una città vicina. Non avevano un posto dove dormire e avevano fame. Petar disse:
- Andiamo alla locanda.
- Non abbiamo un soldo spaccato! - gli ricordò l'amico.
- Lo so - rispose Peter - ma l'oste è ricco, può ospitare due poveracci.
Si sistemarono in una stanza, chiamarono il ragazzo del padrone della locanda, ordinarono cibo, mangiarono, si sdraiarono e si addormentarono.
Al mattino si alzarono presto e iniziarono a prepararsi per ripartire. Il ragazzo entrò da loro per mettere a posto la stanza e ad accompagnarli.
- Ragazzo, quanto è costato il vitto e l'alloggio? - chiese Petar.
- Due Lev, zio!
- Cosa stai facendo, Petar? - il suo amico rimase sorpreso. - Perché chiedi il conto?
- Per pagare! - rispose Petar e mise la mano nella cintura.
- Come?
- Così, con i soldi! - fece l'occhiolino Petar e tirò fuori la borsa vuota.
- Non capisco.…
- Lo capirai! - Petar interruppe il suo amico. - Ma invece di litigare e per non fare rumore così presto, bendiamo gli occhi al ragazzo, chi prenderà - colui pagherà il conto.
- Va bene! - acconsentì l'amico, dopo aver capito cosa aveva in mente Petar.
- Giochiamo a mosca cieca! - il ragazzo fu felice e da solo si bendò gli occhi.
Mentre il ragazzo girava per la stanza con gli occhi bendati e le braccia aperte, Hitar Petar e il suo amico aprirono piano piano la porta e sgattaiolarono fuori.
Il ragazzo inciampò sulla sedia e cadde.
L'oste sentì il trambusto e andò a vedere cosa stava succedendo. Quando l'oste entrò nella stanza, il ragazzo lo afferrò e gridò allegramente:
- Paghi tu!
- Si capisce, se questi birbanti ti hanno bendato e sono scappati! - si arrabbiò il chorbaji.

(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova


© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

IL CHORBAJI STOLTO - storie su Hitar Petar


Il povero Hitar Petar diceva spesso:
- Se mi capita di trovare dieci monete d'oro da qualche parte, avrò sia da vivere e sia da dare ai bisognosi…
- E se sono di meno? - gli chiesero.
- Se ce ne sono di meno, neanche le guarderò! - rise lui.
Un giorno, il chorbaji* decise di fargli uno scherzo e mise nella cintura di Petar sette monete d'oro.
Passò un giorno, ne passarono due: Petar non diceva niente e non si vantava. Taceva... Il chorbaji iniziò a preoccuparsi delle sue monete d'oro. Il terzo giorno, la mattina presto, andò di fronte alla casa di Petar, bussò e lo chiamò.
- Cos'è successo? - Petar apparve ancora assonnato, ma quando vide il chorbaji, tossi e lo invitò a entrare.
- Non vengo per farti visita, ma per chiederti di restituirmi le nove monete d'oro! - disse il chorbaji arrabbiato.
- Di quali monete d'oro stai vaneggiando? - finse di essere sorpreso Petar e si infastidì che il chorbaji voleva due monete d'oro in più.
Le monete che ho lasciato nella tua cintura l'altro giorno!
- Quante monete d'oro hai messo?
- Nove! - insisté il chorbaji.
- Sì, ho trovato delle monete nella cintura, ma non erano nove, bensì dieci! Quindi qualcun altro me le ha messe! - menti Petar apposta per far arrabbiare ancora di più il chorbaji.
- Senti, Petar, non sto scherzando! Potrei essermi sbagliato, quindi invece di nove, ne ho contate e messe dieci, ma se non mi ridarai le mie monete d'oro subito, ti porterò in tribunale! - digrignò i denti il chorbaji.
- Non posso andare in tribunale a piedi e con vestiti strappati! - disse Petar. - Se mi mandi il tuo asino migliore e i vestiti nuovi, verrò subito.
L'ingenuo chorbaji fu d'accordo. Lo stesso giorno, dopo essersi cambiato con abiti nuovi, Petar cavalcò il bel asino del chorbaji e andò in città dal giudice.
Il Giudice era Nasreddin Hodja. Guardò il chorbaji, esaminò Petar e chiese loro:
- Di cosa state discutendo?
- Hodja - cominciò a lamentarsi il chorbaji, - in ogni occasione, Petar diceva che se trovava dieci monete d'oro, sarebbe vissuto da ricco e avrebbe dato anche ai poveri. Se fossero state di meno le monete d'oro, non le avrebbe guardate. Ho deciso di fargli uno scherzo. Qualche giorno fa, senza che se ne accorgesse, ho messo nove monete d'oro nella sua cintura. Questa mattina andai a prenderle e lui non volle restituirle!…
- Hodja, non ho trovato nove monete d'oro nella cintura, ma dieci. Non so da dove si sono prese, ma questo uomo deve essere impazzito! - rise Petar. - Una cosa mai vista e sentita che un chorbaji scherza con i soldi, e in più mette monete d'oro nella cintura di un poveraccio! I chorbaji credono che anche le anime dei poveracci gli appartengano. Se chiedi adesso di chi è l'asino con quale sono venuto, ti dirà che è suo!
- Certo che è mio! - disse il chorbaji.
- Ecco, hai sentito Hodja! - rise Petar. - E se gli chiedi di chi sono i vestiti sulla mia schiena ti dirà che sono i suoi vestiti.
- Anche essi, Hodja, sono i miei vestiti! - insistette il chorbaji accaldato.
- Sei davvero fuori di testa! - rise anche il giudice del chorbaji.
Tornato al villaggio, Petar si tolse i vestiti, li gettò sulla schiena dell'asino e li mandò al chorbaji e diede le monete d'oro ai poveri.

*chorbaji - uomo ricco, arcaismo.
(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova


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