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LA COLPA È DEI PADRONI - storie su Hitar Petar


Monumento di Hitar Petar davanti alla Casa dell'umorismo e della satira di Gabrovo, in Bulgaria.

Una notte rubarono l'asino di Petar. Al mattino, Petar si lamentò con un vicino.
- Dove stava l'asino? - chiese il vicino.
- Nella stalla.
- Perché non hai chiuso la porta?
- Per bacco! - rispose Peter. - Chi chiude il suo asino nella stalla?!
- Allora perché non chiudi il tuo cortile? Innalza un muro alto e spesso in modo che anche il ladro più grande non riesca a saltarlo!
- Vale la pena recintare il cortile per un asino?
- Se non accetti alcun consiglio - tieni gli occhi aperti - si arrabbiò il suo vicino. - L'asino non è un gattino che il ladro può nascondere nella piega della veste!
- Secondo te, vicino, si scopre che la colpa non è dei ladri, ma dei padroni! - rispose seccamente Petar.

(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova


© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

LA BANITSA VELENOSA - storie su Hitar Petar



Hitar Petar era un povero ragazzo. Suo padre lo diede come apprendista a un ricco chorbaji* in città per guadagnarsi da vivere. Il chorbaji non aveva figli e lui con la moglie vivevano da soli. Petar aiutava in casa: portava acqua, spaccava legna, raccoglieva erbacce e ortiche per il maiale.
Una domenica mattina, la moglie del chorbaji stese una banitsa** dolce al latte. La banitsa non era semplice, ma fatta per i ricchi chorbaji — con molto zucchero, burro e uova. Quando la banitsa fu cotta al forno e dorata sopra appetitosamente, la moglie del chorbaji la coprì con un canovaccio per farla stufare e ammorbidire. Poi si vestì a festa, chiamò Petar e gli ordinò:
- Petar, vado in Chiesa. Spacca della legna e non far entrare in casa nessuno. E non mangiare la banitsa! Mi sono sbagliata, e invece del sale ho messo il veleno! Ti avvelenerai!
Rimasto solo, Petar vagò per la casa e ogni tanto buttava un occhio verso la teglia. Aveva molta fame e non credeva alla bugia sul veleno. Sollevò un'estremità del canovaccio, lo inondo un piacevole aroma di banitsa, deglutì e non poté resistere: pizzicò, strappò un pezzo e lo mangiò. Gli piacque... senza pensare troppo, si sazio bene. Mangiò la banitsa per metà!
Dopo, Petar andò nella legnaia e prese l'accetta per tagliare la legna. Ma, quando diede un forte colpo, il manico dell'accetta si spezzò. Tornò a casa, si sdraiò sulla panca e, sazio e stanco, si addormentò presto. Così lo trovò la moglie del chorbaji, al ritorno dalla Chiesa. Sollevò il canovaccio, vide la torta a meta e lo scosse:
- Petar, Petar!
- Cosa? - il ragazzo si svegliò di soprassalto, balzò in piedi e strofinò gli occhi.
- Perché hai mangiato la banitsa?
- E-e-e", si lagnò Petar, - mentre tagliavo la legna, non volendo, ho spezzato il manico dell'accetta. Avevo paura che mi avresti picchiato e ho deciso di avvelenarmi. Ho mangiato la banitsa e sono andato a letto per morire!…
La moglie sempliciotta del chorbaji gli credette, cominciò a ridere e lo perdonò.

*chorbaji - uomo ricco, arcaismo.
**banitsa - tipico piatto bulgaro.

(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova


© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

BISACCIA CON LE BARZELLETTE - storie su Hitar Petar


Fin da piccolo, Petar amava scherzare. Un giorno Nasreddin Hodja incontrò il ragazzo per strada e lo stuzzicò:
- Piccolo Petar, dimmi una barzelletta.
- Te la dirò, Hodja, ma aspetta qui, prima vado a casa a prendere la mia bisaccia con le barzellette! - Petar rise, e saltellando su una gamba corse nella strada vicina.
Nasreddin aspettò mezz'ora, aspettò un'ora intera e continuò a guardare da dove sarebbe spuntato il ragazzo. Nel frattempo, un contadino passò e gli chiese:
- Hodja, cosa stai aspettando?
- Sto aspettando che il piccolo Petar porti la sua bisaccia con le barzellette - farfugliò Nasreddin.
- Aspetta, se non hai niente da fare! - il contadino sorrise e si affrettò per raccontare della stoltezza di Hodja.

(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova


© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.
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