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L'USIGNOLO E IL TACCHINO - storie su Hitar Petar


Hitar Petar portò un tacchino al mercato per venderlo. Accanto a lui c'era un altro venditore. Teneva una bella gabbia e nella gabbia saltellava e cantava un piccolo usignolo.
Una persona si fermò, ascoltò la canzone dell'uccello e chiese al venditore:
- Quanto vuoi per l'usignolo?
- Mezza moneta d'oro! - rispose modestamente il venditore.
- Non è costoso. Canta bene! - disse l'uomo e iniziò a valutare il tacchino.
- Quanto vuoi per il tacchino? - chiese a Petar.
- Cinque monete d'oro! - rispose Petar e lo guardò dritto negli occhi.
- Per cinque monete, amico mio, comprerò venti tacchini come il tuo! - rise il compratore.
- Se valuti questo piccolo uccellino mezza moneta d'oro, quanto dovrei chiedere io per il mio tacchino bello pasciuto? - scosse la testa Petar. - Un tacchino ha cento volte più carne di un usignolo.
- Un usignolo è una cosa e un tacchino è un'altra. Non possono essere confrontati! - iniziò a discutere il compratore. - Ascolta come canta bene l'usignolo.…
- Bene! - rise anche Hitar Peter. - L'usignolo canta e il tacchino tace. E come sai: le parole valgono argento, il silenzio vale oro…

(dal libro "Hitar Petar" di Sava Popov)
Traduzione dal bulgaro: Emilia Vinarova



© Emilia Vinarova. Tutti i diritti riservati.

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